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Ospite esclusivo compleanno blog

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Un anno fa circa, mi tuffavo in questa grande avventura: la creazione del mio blog, con l’intento di raggiungere quanto più possibili lettori e lettrici. Per questo ho subito capito che bisognava scriverlo in più lingue. Ho avuto la fortuna, dall’inizio e dopo qualche mese, di ricevere preziose collaborazioni: ringrazio dunque mia cugina Elisabeth che ha corretto i miei errori d’inglese e Christian, un giovane amico, studente in informatica che mi ha permesso di dare bei miglioramenti al mio blog. Vi chiedo di pazientare perché devo ancora traslocare i miei precedenti articoli che presto potrete ritrovare e rileggere.
Ma vi chiederete, impazienti, chi è questo ospite speciale ??
Ebbene, si tratta di un grande scrittore italiano di gialli: Gianni Simoni, che per voi specialmente, sono riuscita ad intervistare.
Troverete dunque la mia presentazione dello scrittore, seguita poi dall’intervista.

Dalle Langhe verso Brescia, alla scoperta del futuro « Simenon »….

Prima di trasferirmi qui nelle bellissime Langhe, feci per un anno la pendolare e, durante uno dei miei numerosi viaggi, partendo da Padova comprai una famosa rivista femminile.

Nell’angolo delle recensioni dei libri, mi colpì un libro intitolato « Piazza San Sepolcro » di Gianni Simoni. Così conobbi uno scrittore che, secondo me, potrebbe considerarsi un degno erede « italiano » del grande George Simenon. Ma non sono certo la prima a fare il paragone.

Quella sera ci fu un cambio di treno a Milano con un po’ di attesa e nella stazione, trovai la Feltrinelli aperta fino alle 22.00. Incuriosita dalla recensione, andai subito a comprare questo libro di cui la rivista parlava lodevolmente.

Dalle prime righe fu immediatamente colpita, rapita direi. Così sulla copertina del libro, fu sorpresa di notare che quello non era il suo primo libro, diciamo che era la prima delle serie del « ispettore Lucchesi ».
Da allora ho quasi completato, anzi divorato tutta la serie dei suoi libri, forse me ne mancherà un paio ma ho praticamente completato la collezione. Sono stata ancora di più conquistata dalla serie di indagini di Miceli e Petri. Dalla prima lettura, scoprendo il personaggio Petri, ho intuito un qualcosa di autobiografico, il quale, come l’autore stesso è giudice in pensione. Successivamente la mia intuizione si verificò, dopo aver letto un intervista allo scrittore.

Tuttavia nella serie « Ispettore Lucchesi, diventato poi commissario, fu piacevolmente colpita dalla scelta di un ispettore nero. L’ho trovato una scelta d’avanguardia, per uno scrittore nato e vissuto in Italia, paese che, rispetto al mio paese di origine, ha conosciuto movimenti migratori più tardivi, i quali però devono confrontarsi a maggiori pregiudizi. In effetti, spesso attraverso la scrittura, Gianni Simoni lo evidenzia con viva sottigliezza.

Per me lo scrivere di Gianni Simoni è un cocktail perfetto: una squadra di protagonisti affiatata che conquista, intriga, diverte e incuriosisce dalla prima all’ultima pagina. Oltre a questo, lo scrittore è molto fine, ha un certo talento nel mantenere la suspense fino alla conclusione dell’indagine, a tal punto che quando si arriva al termine, si rimane quasi deluso.
Ma si tratta di una delusione non legata al modo in cui si ultima l’indagine ma bensì al punto d’arrivo del libro.
La sensazione che provo ogni volta che termino un suo libro potrebbe essere riassunta in questa citazione che mi sono annotata : « capisci di aver letto un buon libro quando giri l’ultima pagina e ti senti come se avessi perso un amico » . P.Sweeney.

Gianni Simoni ha un modo sapiente di mescolare indagine, senso dell’umorismo e seduzione. Come una bella donna che indossa una gonna lunga con spacco, lascia spazio all’immaginario ma non svela…

I libri di Gianni Simoni hanno già varcato il confine, riscontrato successo e appassionato attraverso quelli che ho regalato a mia mamma e mio zio, che entrambi leggono senza grosse difficoltà l’italiano.
Io e mia mamma siamo per quasi dire « drogate » dei suoi libri e sempre in agguato dei suoi prossimi. Ne parlo a tutti, soprattutto a chi ama leggere con grande entusiasmo.

Ma sono certa che se fosse tradotto, riscontrerebbe un notevole successo.
Questo potrebbe essere un secondo passo da compiere per lo scrittore, sarebbe la strada verso una fama tale quella di Simenon, i cui libri si trovano e si leggono ormai in tutti i paesi del mondo.

Ho avuto l’onore di poter intervistare il grande Gianni Simoni, ecco a voi l’intervista:

1) Ha deciso di scrivere, giunto alla pensione o per lei è sempre stata una passione? Un sogno nel cassetto, che avrebbe tirato fuori al momento opportuno?

La decisione di scrivere è nata quando, anzitempo, decisi di lasciare la magistratura. Prima la scrittura era un desiderio latente, perché mi mancava il tempo materiale per praticarla.
2) Quali sono i suoi scrittori « giallo » preferiti ?

Amo molto la lettura (e in questa stagione della mia vita la « rilettura »). Raramente leggo però libri gialli (a volte mi capita di acquistarne uno in una stazione ferroviaria, quando mi rendo conto di essermi scordato di mettere un libro in valigia e il giallo renderà più breve il viaggio e potrò abbandonarlo in treno senza alcun rimpianto). Ovviamente vi sono almeno un paio di eccezioni: il grande Simenon, che definire un giallista sarebbe imperdonabilmente riduttivo,e Ed Mc Bain, lo scrittore americano di origine italiana, creatore, tra l’altro, dell’87° Distretto.Il primo per la qualità della scrittura e per le atmosfere che sa creare anche in un semplice poliziesco; il secondo per il ritmo dei suoi romanzi, per il modo in cui sa incrociarle varie vicende, per i protagonisti il cui carattere riesce a delineare con pochi sapienti tratti.
3) Per scrivere si ispira alla sua esperienza professionale o c’è qualcuno o qualcos’altro che la ispira ? Come ad esempio, anche un viaggio, una città.

La mia esperienza professionale ha fornito molta materia per le mie storie. Naturalmente solo degli spunti, poi sviluppati in chiave narrativa. Nel caso in cui non ti soccorrano i ricordi, vi è la fantasia, e prima ancora il quotidiano che chiede solo di essere « letto » e sfruttato. Un esempio per tutti: un mattino dello scorso anno, come Petri che è molto autobiografico, ero uscito per per comprare sigarette e giornali e per farmi un buon caffè al solito bar. Mentre, dopo il caffè, stavo accendendo la prima sigaretta della giornata (la migliore) un pedone scese dal marciapiede per attraversare la strada e venne travolto, fortunatamente non con esiti mortali, da una vettura che non si fermò e proseguì nella sua corsa. Presenti al fatto due coniugi di mezz’età e un anziano signore che, mentre io telefonavo per chiedere soccorsi, commentavano l’accaduto, dando l’impressione di avere assistito a due incidenti diversi. La cosa, non insolita, non mancò tuttavia di intrigarmi e, tornato a casa, mi misi davanti al mio p.c. e iniziai a scrivere. Cosi è nato « Troppo tardi per la verità », l’ultimo libro della serie Petri- Miceli.
4) Che consigli darebbe ad un neo-scrittore di giallo ?

Non penso di poter dare consigli, neppure a un aspirante scrittore di gialli. Solo alcuni sommessi suggerimenti: non stancarsi di leggere (la lettura è la madre della scrittura); seguire i fatti di cronaca e, soprattutto, guardarsi attorno con occhio attento, cercando di capire se l’apparenza a volte nasconda una realtà diversa.
5) Ha mai pensato di scrivere per il teatro? Le piacerebbe che uno dei suoi romanzi sia adattato a teatro?

Quella di scrivere, come puro divertissement, un testo teatrale non dovrebbe essermi troppo difficile, visto che i miei romanzi sono fitti di dialoghi. Ma il teatro ha un limite: quello di rendere quasi impossibile la creazione delle realtà urbane in cui si dipanano le mie storie. In questo senso meglio il cinema o la televisione e una casa cinematografica ha già acquistato i i diritti per un’eventuale serie televisiva della serie bresciana di Petri e e Miceli. Si tratta però di una semplice opzione che non so se avrà seguito.
6) Nel corso della sua carriera di giudice, le capitava come il giudice Petri dei suoi romanzi, di chiedere punti di vista a sua moglie?

Il giudice Petri, come il suo autore, ha lasciatola professione e quando collabora con la Polizia lo fa in modo ufficioso e può parlare di un’indagine con la moglie, che stima, per sentirne l’opinione. Ma, come dicevo, Petri è in pensione, Quando io facevo il magistrato, il riserbo che un magistrato deve avere, mi ha sempre sconsigliato di parlare delle mie indagini con altri, moglie compresa.

7) Conosce la regione delle Langhe? Se ce ne fosse la possibilità ci verrebbe a presentare il suo ultimo romanzo?

Naturalmente conosco le Langhe, una regione affascinante, di per sé e per come ce l’ha trasmessa uno scrittore come Pavese. Dubito però di potermici recare per una presentazione. In ogni caso il mio editore non sollecita inviti, ma si limita a riceverli, a vagliarli e quindi a sottopormeli per una mia valutazione.

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