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Benvenuti nella casa di Cesare Pavese

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Esplorando le Langhe, una mattina soleggiata d’autunno, sono giunta alla casa di un grande scrittore.

E’ bello scoprire che questo meraviglioso territorio non è solo Vino, non è solo Nocciole ma è anche Cultura e a questo proposito, eccoci un sabato mattino diretti a Santo Stefano Belbo, dove nacque un grandissimo scrittore: Cesare Pavese.

Ad accoglierci è stato il cordiale Professor Gatti, Presidente del Cepam (Centro Pavesiano Museo Casa Natale) che oltre a gestire la casa Natale e le sue numerose visite ai turisti durante l’anno, organizza il Premio Cesare Pavese, con il contributo della Regione Piemonte e con la collaborazione del Comune di Santo Stefano Belbo, della Fondazione Cesare Pavese, della Provincia di Cuneo e, dal 2009 del Parco Culturale Piemonte Paesaggio Umano e della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura.
Sostengono l’iniziativa le realtà enogastronomiche del territorio: agriturismi, vinerie, panifici, ristoranti, trattorie, osterie e produttori di Santo Stefano Belbo e paesi limitrofi.

Lasciatevi coinvolgere dalla bellissima atmosfera della casa natale dello scrittore. Quelle vecchie case grandi, con la scalinata appena entri e sulla sinistra, la grande cucina, dove spesso tutta la famiglia trascorreva molto tempo, con il calore del camino.
Il Cepam ha giustamente arredato alcune stanze della casa come museo, tranne la stanza da letto, che è rimasta intatta, con ricordi di famiglia.

Un’ idea originale è la vetrina con le opere di Cesare Pavese in tutte le lingue. Oltre a andare a visitare la casa, direi tappa fondamentale per un completo giro turistico delle Langhe, Vi invito, se disponete di copie di opere dello scrittore in tutte le lingue del Mondo a donarle al Cepam per accrescere la bella collezione già presente nella casa Natale e museo. (Qui sotto i dettagli, indirizzo dove spedirle)

Contributi regionali ed europei hanno permesso di restaurare una parte della casa e farne un piccolo auditorium dove viene consegnato ogni anno, il Premio Cesare Pavese.

Il professor Gatti, molto preparato vi coinvolgerà nel mondo di Cesare Pavese, la quale partecipazione si è sempre legata a un profondo senso della contraddizione tra letteratura e impegno politico, tra esistenza individuale e storia collettiva, attraverso una tormentata analisi di sé stesso e dei rapporti con gli altri e una ininterrotta lotta per costruirsi come uomo e come scrittore.

Nacque a Santo Stefano Belbo nel 1908 e morì nel 1950 a Torino.
La morte del padre quando ha appena 6 anni, lo segnerà, sarà cresciuto da una madre autoritaria e avrà per sempre un profondo legame con la sorella Maria.

Si laureò a Torino, in lettere con una tesi su W.Whitman. Discepolo di Augusto Monti, amico di L.Ginzburg e di altri intellettuali antifascisti, fin dagli anni Venti lesse numerosi autori americani e iniziò a tradurre scrittori inglese e americani. Negli anni successivi svolse un intenso lavoro, traducendo tra l’altro opere di Defoe, Dickens, Joyce.
Tra il 1935 e il 1936 per i suoi rapporti con i militanti del Gruppo Giustizia e Libertà, attraverso delle lettere che nascondeva per venire in aiuto alla sua compagna, venne arrestato e processato e inviato al confino a Brancaleone Calabro, che tuttavia gli ispirò notevoli opere come « il Carcere ». Al termine dell’esilio, fu abbandonato dalla stessa donna, che aiutò e per la quale fu appunto inviato al confino.

Ciò che più mi ha colpito, visitando questa casa, non è solo l’umanità e la grandezza dello scrittore ma questo suo essere tormentato. In effetti, la sua vita era dominata da un profondo senso di solitudine e vuoto, alimentato da numerose delusioni sentimentali.

Nel 1942, fu assunto direttamente come dipendente della casa editrice Einaudi: dopo un soggiorno a Roma, si rifugiò durante l’occupazione tedesca in una paese del Monferrato, presso la sorella, guardando con amarezza gli eventi della Resistenza.

Dopo la Liberazione, si iscrisse al partito Comunista e cominciò a collaborare all’Unità. Seguirono anni di lavoro molto intenso in cui scrisse e pubblicò le sue opere di maggior successo.

Nonostante il Premio Strega assegnatogli per il romanzo « La Bella Estate » nel 1950, questo tormento che lo caratterizzava, lo portò alla morte, quando il 27 agosto dello stesso anno, fu trovato senza vita per effetto di una dose eccessiva di sonnifero.

http://www.centropavesiano-cepam.it/

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